Il seno è un organo del corpo femminile deputato all’allattamento, tuttavia esso riveste un’importante ruolo simbolico nella nostra cultura poiché rappresenta da una parte l’aspetto materno legato alla nutrizione della prole e dall’altra gli aspetti più profondi legati alla sfera sessuale e alla sensualità. È quindi facile comprendere come,dopo un tumore al seno, la donna si trovi ad essere colpita profondamente nella sua identità femminile o identità di donna. Spesso accade che, alla paura della malattia, si sommi un ulteriore stress psicologico dovuto all’alterazione o alla perdita della precedente immagine corporea che può ferire profondamente l’autostima.
Fino a metà del secolo scorso, l’intervento di mastectomia rappresentava un intervento altamente mutilante senza possibilità di ricostruzione del seno, con conseguenze disastrose a livello fisico e psicologico per chi lo subiva. Nei decenni a seguire, l’intervento di ricostruzione mammaria veniva eseguito in via differita rispetto l’asportazione del tumore, dopo anni dall’intervento di mastectomia. Negli ultimi venti anni, con il miglioramento delle tecniche di imaging radiologico, la possibilità di diagnosticare il tumore in fase precoce e l’affinamento delle tecniche di chirurgia plastica e ricostruttiva ,la ricostruzione mammaria ha assunto un ruolo centrale all’interno di un percorso integrato per le donne con tumore al seno.
Oggi possiamo dire che il processo di ricostruzione mammaria non interferisce con la storia del tumore né con la possibilità di sottoporsi a trattamenti oncologici. La chirurgia plastica ha acquisito un valore importante affiancando fin dall’inizio quello di asportazione del tumore. E’ nata così una nuova branca della medicina e chirurgia, chiamata chirurgia oncoplastica della mammella, che si occupa di ottenere la migliore radicalità oncologica insieme al miglior risultato estetico nella chirurgia del tumore al seno. Questa nuova disciplina, presenta una importante innovazione quella di introdurre la paziente nell’algoritmo decisionale per il tipo di ricostruzione, ovvero, per la prima volta nella storia la scelta della paziente rientra come un parametro codificato all’interno del planning chirurgico. Tuttavia è bene parlare di una scelta consapevole, la donna che si appresta ad affrontare un percorso di chirurgia mammaria deve essere una donna informata per poter prendere decisioni riguardo il suo percorso.
Vediamo quali sono le problematiche in cui normalmente ci si imbatte nell’iniziare un percorso di ricostruzione mammaria:
Giudizio e senso di colpa:
Molto spesso un percorso di ricostruzione mammaria viene offerto alla paziente nel momento in cui deve affrontare l’intervento di asportazione del tumore.
Spesso le pazienti si chiedono se sia giusto pensare alla ricostruzione mammaria quando hanno un tumore,come se fosse un elemento secondario non così rilevante da meritare particolare attenzione. Ancor più spesso accade che le donne si preoccupino del “cosa pensino gli altri”, ovvero cosa diranno i parenti e affini quando sapranno che mi sto occupando del mio lato ‘estetico’, mentre ho un tumore al seno. In sintesi le pazienti tendono quasi a ‘giustificarsi’ di doversi occupare del loro corpo, in presenza di un problema più grande, quello del tumore, non comprendendo quali possano essere negli anni le conseguenze psicologiche disastrose di non eseguire una ricostruzione del seno.
Le aspettative della ricostruzione :
Spiegare e spiegarsi.
Una donna di fronte alla diagnosi di tumore al seno è una donna che non ha la lucidità di immaginare come sarà il seno dopo l’intervento, la sua domanda principale è quella di sapere se guarirà dal tumore. Muovere i primi passi nella spiegazione delle diverse tecniche, può essere un compito arduo poiché spesso le pazienti sono completamente a digiuno di argomenti di chirurgia ricostruttiva e nella loro vita mai avrebbero pensato all’idea di ritoccare il seno per motivi estetici, per esempio inserendo delle protesi mammarie.
Infatti, sebbene alla fine il seno potrà essere persino più bello di quello di prima, le donne spesso fanno fatica ad accettare qualcosa che non appartiene al proprio corpo, lo sentono e soprattutto lo vivono come un qualcosa di estraneo.
La sessualità:
Una donna di fronte alla necessità di asportare il seno spesso teme che il partner possa non accettare più il suo corpo o alternativamente che il suo partner possa abbandonarla per non accettazione del problema.
Questo aspetto può essere superato solo se la donna, per prima, riesce ad accettare il cambiamento e prenda consapevolezza che la ricostruzione mammaria può aiutarla in questo percorso, restituendole femminilità e attenuando i segni lasciati dalla sua esperienza di malattia.
Ho voluto toccare questi punti poiché molte donne si riconosceranno in questi aspetti psicologici legati alla storia del tumore mammario. Tuttavia prima di intraprendere un percorso di chirurgia ricostruttiva, o chirurgia oncoplastica è importante stabilire un rapporto di totale fiducia nei confronti del chirurgo con il quale si deciderà di intraprendere questo cammino. Altresì è importante essere delle donne informate. Il mondo della chirurgia ricostruttiva è un mondo in continua evoluzione dove i ruoli si fondono in quella che noi definiamo: La scelta condivisa.
Dott.ssa Novella Bruno |